Francioli Ortodonzia

Un errore nella nomenclatura dentale?

Dopo tanti anni quando finalmente ho deciso di scrivere questa riflessione sul probabile errore nella nomenclatura dentale, ho esternato la mia volontà ad una collega amica. La collega non capiva il motivo della mia decisione nel voler correggere le cose. Per questo mi è tornata in mente la frase di Margaret Thatcher: “quando cominci un lavoro quello che conta è farlo fino in fondo e bene”. Questa frase come tante altre mi hanno sostenuto nella mia vita piena di sacrifici e di rinunce per arrivare a laurearmi studiando e lavorando, per questo non concepisco il fatto di non provare a migliorare le cose che ci capitano nel nostro percorso individuale. L’uomo ha una dentatura eterodonte, ossia possiede denti di forma e dimensioni diverse, come conseguenza della sua alimentazione onnivora: denti taglienti (gli incisivi), denti appuntiti (i canini) sono delegati rispettivamente al taglio e alla lacerazione del cibo, denti a superficie pluricuspidata (molari e premolari) permettono di macinarlo. La dentatura dell’uomo è difiodonte, cioè caratterizzata da due diverse dentizioni nell’arco della vita: dentizione decidua (primaria o da latte) e dentizione permanente (secondaria o definitiva). Tra i 6 e i 24 mesi di vita nel bambino compaiono progressivamente 20 denti: 8 incisivi, 4 canini e 8 molaretti. Intorno ai 6 anni inizia la crescita dei 32 denti permanenti. L’odontoiatra ha la necessità di utilizzare un linguaggio comune che permetta l’identificazione precisa degli elementi dentari. La necessità di adottare un sistema di numerazione dei denti dovrebbe risultare quanto mai intuitiva: in questo modo si evita infatti ogni tipo di errore. In virtù di questo motivo, l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha stabilito un sistema di numerazione dentale, così da associare ogni informazione in modo univoco ad uno specifico dente. Rimangono ancora però in uso altre classificazioni: una utilizzata più di frequente negli Stati Uniti, Universal numbering system, l’altra in ambito militare, Palmer notation method. Per facilitare l’identificazione di un dente all’interno del cavo orale, sia l’arcata superiore sia quella inferiore vengono divise da una linea immaginaria chiamata linea mediana in due emiarcate, quella di destra e quella di sinistra. La bocca risulta in tal modo divisa in quattro quadranti

Quadrante superiore destro
Quadrante superiore sinistro
Quadrante inferiore destro
Quadrante inferiore sinistro

Occorre evidenziare che questo schema – come tutti gli schemi di numerazione internazionale – rappresenta il paziente visto frontalmente, per cui le posizioni di destra e sinistra si riferiscono sempre al paziente e mai all’operatore. In campo odontoiatrico, come accennato precedentemente, si utilizzano più sistemi di numerazione; il più utilizzato è “The International Standards Organization Designation System (ISO System)”, realizzato dall’OMS: si tratta di un sistema che utilizza un codice di due cifre, la prima delle quali indica il quadrante e la seconda la posizione dell’elemento dentario cominciando a numerare a livello della linea mediana del volto. Per i denti permanenti attualmente si inizia a numerare dall’incisivo centrale superiore destro a cui è assegnato il numero 1. Il secondo quadrante è rappresentato dal mascellare sinistro contraddistinto dal numero 2 seguito da numeri che vanno da 1 a 8. Il terzo quadrante vede coinvolto l’area mandibolare sinistra, il conteggio anche in questo caso inizia dalla linea mediana e si diparte in zona distale. A conclusione della numerazione vi è il quadrante di destra mandibolare, contraddistinto dal numero 4 seguito da numeri dall’1 all’8. Per gli elementi decidui la numerazione prevede lo stesso criterio; al quadrante superiore di destra è assegnato il numero 5, il 6, il 7 e l’8 invece indicano rispettivamente il quadrante superiore sinistro, inferiore sinistro ed inferiore destro. I numeri degli elementi dentari decidui vanno da 1 a 5. Da qui a mio parere si evince l’errore nella numerazione effettuata nel 1970 dalla OMS, FDI-ISO perché, se la dentizione di latte è la primaria, a rigor di logica la numerazione dovrebbe partire dal numero 1 e i quadranti dovrebbero essere 1,2,3 e 4. Successivamente i denti permanenti cioè la dentizione secondaria: la numerazione dei quadranti dovrebbe partire da 5,6,7 ed 8. Terminando affermo che il sistema di numerazione dei denti decidui riguarderebbe il fatto che i numeri che identificano i denti primari si contano solo da 1 a 5, e saltano perciò i numeri da 6 a 8 (avremo quindi denti dal 11 al 15, dal 21 al 25, dal 31 al 35 e dall’41 all’45). Per la dentizione secondaria avremmo quindi i denti permanenti che vanno da 1 a 8 (avremo quindi denti dal 51 al 58, dal 61 al 68, dal 71 al 78 e dal 81 a 88). Se proprio vogliamo essere precisi si dovrebbe aggiungere anche il punto tra il quadrante e il dente, cioè 1.1 (il primo quadrante, il primo dente).

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